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Oltre il limite. In acqua con la S.S. Lazio Nuoto paralimpica

C’è una realtà, a Roma, dove i sogni prendono forma tra le corsie di una piscina. È quella della S.S. Lazio Nuoto, società storica e coraggiosa, oggi tra le protagoniste più vivaci del nuoto paralimpico e dello sport integrato in Italia. Dopo alcuni mesi dall’assegnazione dei nostri Bandi, con cui abbiamo premiato la società per dare ali ai suoi innovativi progetti nello sport inclusivo, l’abbiamo visitata per conoscere i volti e le storie di chi la vive quotidianamente: atleti, allenatori, dirigenti. È stata una giornata di racconti potenti, di allenamenti condivisi, di vite che hanno trovato nell’acqua un ambiente in cui si abbattono le barriere. Siamo stati accolti nell’impianto del Comitato Italiano Paralimpico di Roma, dove gli atleti della Lazio svolgono alcuni dei loro allenamenti, da Claudio Sebastianutti, ex capitano e poi allenatore della Lazio nella massima serie del campionato italiano di pallanuoto, oggi instancabile dirigente della società. Claudio ci ha introdotti alla realtà quotidiana della divisione paralimpica, raccontandocene le sfide quotidiane e, soprattutto, i grandi traguardi, sportivi e umani, attraverso le storie degli atleti.

Claudio Sebastianutti

Quella di Domiziana Mecenate è una di queste storie. Nel 2021, un incidente la costringe in sedia a rotelle. Anziché fermarsi, Domiziana si tuffa, letteralmente. Inizia a nuotare, si allena, cresce. Tre anni dopo è a Parigi, alle Paralimpiadi, dove è portabandiera della delegazione italiana. “Un sogno da bambina diventato realtà”, ci racconta con orgoglio. Oggi guarda avanti, verso i Mondiali di Singapore e le Olimpiadi di Los Angeles 2028. La sua è la voce di chi, davanti a difficoltà apparentemente insormontabili, non si arrende.

Domiziana Mecenate

Accanto a lei ci sono ragazzi giovanissimi, che sognano lo stesso traguardo, con la valigia già pronta: la direzione è Istanbul, per i campionati europei di nuoto paralimpico giovanile. Gabriele, 15 anni, è tra gli azzurrini in partenza: “i 50 stile sono la mia specialità. Il sogno? Le Paralimpiadi, a cui si arriva solo con sacrificio e impegno”. Tommaso, classe 2007, compirà 18 anni proprio a Istanbul, durante quello che sarà il suo ultimo europeo giovanile: “Lavoro ogni giorno per arrivare ancora più in alto; chissà, forse alle Olimpiadi del 2032”. Tra gli altri, anche ragazzi appena quattordicenni, emozionati per la loro prima convocazione europea: “un traguardo, ma anche solo un punto di partenza”, ci confidano.

La squadra è guidata da tecnici appassionati. Valentina Falzarano segue atleti di tutte le età: “Non ci concentriamo su ciò che non si può fare, ma su ciò che è possibile. E costruiamo insieme obiettivi alti, senza paura”. La sua visione è condivisa da tutto lo staff, che lavora ogni giorno per trasformare i limiti in opportunità di crescita.

Lo stesso spirito anima il progetto della pallanuoto paralimpica. Roberto Pasquini, capitano e pioniere della squadra, racconta una storia nata quasi per scommessa: “Eravamo ex nuotatori paralimpici. Oggi siamo una vera squadra di pallanuoto. Abbiamo vinto uno scudetto, una Supercoppa, partecipiamo alle Final Four, e vogliamo crescere ancora”. Il coach Stefano Begni spiega come l’idea si sia evoluta in qualcosa di unico in Italia: una squadra mista, composta da uomini e donne, disabili e normodotati, che si allenano e competono insieme in un campionato regionale per normodotati. “Un’integrazione reale”, dice, “che cambia il modo di vivere lo sport e costruisce relazioni vere. Ma c’è bisogno di nuovi atleti, di aprire le porte e le menti”, condividendo con noi la necessità di reclutare, far appassionare, portare in vasca sempre più sportivi.

Lorenzo Alibrandi ha 31 anni, un passato da pallanuotista e un presente da manager nel biotech. Dopo un incidente, ha ripreso a nuotare, poi è tornato alla pallanuoto grazie alla Lazio, di cui è uno dei giocatori più talentuosi e rappresentativi: “Mi hanno accolto e sostenuto. Lo sport mi ha restituito energia e motivazione. È stato come rientrare in carreggiata”.

Anche Daniela Palazzetti, giovane dottoressa in nefrologia, racconta il suo ritorno all’acqua: “Nuotavo da bambina, poi ho inseguito il sogno di diventare medico. Dopo l’incidente, ho ritrovato nella piscina uno spazio per riconoscermi e riscoprire la normalità nella diversità. Ora cerco di essere per i nuovi arrivati quello che i veterani sono stati per me: una mano tesa”.

Torniamo da Claudio Sebastianutti, che ci racconta, con fierezza, di una realtà centenaria che oggi ha trovato il suo cuore pulsante nel settore paralimpico: “Abbiamo visto campioni olimpici e scudetti, ma nulla ci ha emozionato come accompagnare questi ragazzi a crescere. Quando abbiamo ricevuto la notizia di essere assegnatari dei Bandi della Fondazione Baroni, è stato un momento che non dimenticherò: eravamo in difficoltà economiche per un training e quella telefonata ha cambiato tutto. Ci ha permesso di continuare a sognare”.

Lo sport paralimpico richiede impianti, tempi lunghi, risorse importanti. Proprio per questo, ogni sostegno diventa decisivo. “Ogni allenamento in più – conclude Claudio – è un mattoncino per trasformare un atleta in un campione, ma anche un’occasione per costruire una società più inclusiva, concreta, umana”.

La Lazio Nuoto paralimpica non è solo una squadra. È una palestra di vita, un laboratorio sociale dove lo sport diviene un diritto e l’inclusione è pratica quotidiana. La sua è una testimonianza viva di come lo sport possa abbattere barriere, creare comunità e restituire fiducia. La Fondazione Baroni è orgogliosa di aver contribuito a dare forza a un progetto che incarna perfettamente i valori di inclusione, coraggio e solidarietà che promuoviamo ogni giorno”. Con le sue parole d’elogio, Claudio Campolieti, Consigliere della Fondazione, ha inteso sottolineare come l’iniziativa non rappresenti soltanto un progetto da premiare, ma un modello da seguire nell’ambito dello sport inclusivo.

Bandi 2024 della Fondazione Baroni per favorire l’inclusione sociale

I bandi della Fondazione Baroni sono aperti alle associazioni, enti e organizzazioni impegnate nell’inclusione sociale dei disabili, in grado di presentare progetti sugli argomenti: sport, assistenza e solidarietà, ricerca scientifica.

Sport

Stanziamento di € 100.000 da destinare a uno o più progetti per lo sport rivolti all’integrazione sociale e relazionale di persone affette da disabilità motoria e neuromotoria.

Assistenza e solidarietà

Stanziamento di € 100.000 da destinare a uno o più progetti per l’assistenza e la solidarietà sociale, rivolti all’inclusione e il lavoro di persone con disabilità motoria e neuromotoria.

Ricerca scientifica

Stanziamento di € 150.000 da destinare a uno o più progetti di ricerca scientifici rivolti alla definizione di nuove metodologie di riabilitazione nei soggetti colpiti da lesione motoria o neuromotoria.