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Dal Tevere al Danubio. La sfida inclusiva del Circolo Canottieri 3 Ponti

Sulle sponde del Tevere si allenano atleti che nel fiume hanno fondato una comunità. È quella del Circolo Canottieri 3 Ponti, che rappresenta molto più di una società sportiva: un rifugio, una famiglia, un luogo dove l’inclusione è pratica quotidiana.

Abbiamo fatto visita a questa realtà, unica nel suo genere, a pochi mesi dall’assegnazione dei nostri Bandi, con cui abbiamo premiato e sostenuto un’impresa sulla carta titanica, ma resa possibile dall’affiatamento e dal coraggio di un gruppo di sportivi instancabili: la discesa del Danubio, intrapresa da una squadra mista di canottieri con disabilità e normodotati, che remano in simbiosi verso il traguardo di Budapest. Abbiamo ascoltato storie di rinascita, di passione che supera ogni ostacolo, di sogni che si realizzano.

Daniela De Blasis è una delle anime di questa comunità. Inizia a remare nel 2009 da normodotata e nel 2018 un incidente in moto le cambia la vita, ma è proprio il Circolo 3 Ponti a tenderle la mano: “tre mesi dopo l’incidente, i miei compagni sono venuti a prendermi in ospedale e mi hanno rimesso in barca a timonare. Quando sono uscita sul pontile, ho visto tutti i miei amici con le lacrime agli occhi. In quel momento ho capito che il canottaggio era la mia seconda famiglia”, ci racconta con emozione. Oggi è timoniera e pratica il rowing in sedia a rotelle. “Il canottaggio”, ci spiega, “è come il nuoto sincronizzato: serve unità perfetta, stessa entrata, stessa uscita. Continuerò finché avrò la forza e finché ci saranno i miei compagni ad aiutarmi”, ci confessa con un sorriso.

Daniela De Blasis

C’è poi Marco Carapacchio, atleta con disabilità visiva, che da oltre vent’anni vive il fiume come una seconda casa. “La prima volta ho provato per caso, grazie a un amico. Il canottaggio è subito diventato la mia passione, una ragione per spingermi oltre i miei limiti. Da dieci anni partecipo alla discesa del Danubio: in una settimana maciniamo anche 300 kilometri, ma tutta la fatica è ampiamente ripagata dalla soddisfazione e dall’emozione di scorgere Budapest da lontano, intravedere il traguardo e varcare i confini della città”. “Il canottaggio è uno sport duro: servono serietà, costanza e passione. Ma è anche una festa: quando finisci una tappa, ti ritrovi a bere una birra con quelli che sono compagni di remata e di vita, e capisci che la vera vittoria è trovarsi lì insieme”.

Al cuore di questo progetto c’è Giulia Benigni, Presidente del Circolo dal 2025. “Ho ricevuto il testimone da Riccardo Dezi, che resta Presidente onorario e direttore tecnico. Insieme abbiamo voluto creare un circolo aperto a tutti, dove chiunque, a prescindere da età e abilità, potesse remare”, ci spiega. L’idea più visionaria è la discesa del Danubio, da Vienna a Budapest, in un viaggio di circa 300 chilometri. “Grazie alla Fondazione Baroni, quest’anno possiamo portare con noi atleti con disabilità senza gravare sulle loro finanze, già provate da molte spese straordinarie che le persone normodotate non si trovano a sostenere. È un sogno che diventa possibile”.

Giulia Benigni

Il Circolo Canottieri 3 Ponti nasce ufficialmente nel 2013, affiliato alla Federazione Italiana Canottaggio. “Abbiamo sempre inteso valorizzare le peculiarità di ogni individuo, non importa se ipovedente, con deficit motori o in categoria master over 60. Il canottaggio è uno sport che si presta all’adattamento, perché si costruisce insieme, col cuore e con la sensibilità”, spiega Giulia. Il gruppo che intraprenderà l’avventura sul Danubio ha un’età media tra i 55 e i 60 anni. Non cercano medaglie, ma esperienze. “La vera vittoria non è la prestazione agonistica, ma l’impresa stessa. Ogni remata è un passo oltre i propri limiti”. Giulia era alla guida, il giorno in cui il Presidente della Fondazione le ha comunicato la vittoria del Bando: “Mi sono emozionata, era una notizia che non ci aspettavamo. Da quel momento tutto è diventato possibile: l’avvicinamento alla discesa, gli allenamenti, la preparazione mentale e fisica”, ricorda.

Riccardo Dezi, maestro di canottaggio, dopo una carriera da allenatore di atleti olimpici e paralimpici, oggi accompagna i master del 3 Ponti, di cui è Presidente onorario e direttore tecnico. “Allenare un atleta paralimpico è esattamente come allenarne uno olimpico: la barca appiana ogni differenza, colma ogni divario. Si cammina bene quando tutti si muovono come un unico corpo, con un unico respiro”. Ci parla delle emozioni vissute sulle acque del fiume come di “medaglie invisibili”, ma dal valore inestimabile.

“La discesa del Danubio è molto più di un’impresa sportiva: è un simbolo potente di inclusione e coraggio. Vedere atleti con abilità diverse, uniti e pronti a superare ogni limite, incarna lo spirito che da sempre ispira la Fondazione Baroni. Con i nostri Bandi siamo lieti di sostenere avventure come questa, perché lo sport è strumento di emancipazione e coesione. A nome della Fondazione, esprimo orgoglio e incoraggiamento a tutti gli atleti in partenza per questa avventura: il vostro esempio ci ricorda che insieme non vi sono correnti che non si possano risalire.” Con questo messaggio, Giuseppe Signoriello, Presidente della Fondazione Baroni, ha ricordato l’importanza di fornire un aiuto concreto a quelle realtà dello sport inclusivo che si distinguono per meriti davvero al di fuori del comune.

Con la discesa del Danubio, il Circolo Canottieri 3 Ponti realizza un sogno collettivo: non solo remare, ma condividere fatiche, maltempo, tramonti e momenti conviviali di fine tappa che suggellano ogni giornata, per sentirsi parte di un’impresa davvero inimitabile.

Bandi 2024 della Fondazione Baroni per favorire l’inclusione sociale

I bandi della Fondazione Baroni sono aperti alle associazioni, enti e organizzazioni impegnate nell’inclusione sociale dei disabili, in grado di presentare progetti sugli argomenti: sport, assistenza e solidarietà, ricerca scientifica.

Sport

Stanziamento di € 100.000 da destinare a uno o più progetti per lo sport rivolti all’integrazione sociale e relazionale di persone affette da disabilità motoria e neuromotoria.

Assistenza e solidarietà

Stanziamento di € 100.000 da destinare a uno o più progetti per l’assistenza e la solidarietà sociale, rivolti all’inclusione e il lavoro di persone con disabilità motoria e neuromotoria.

Ricerca scientifica

Stanziamento di € 150.000 da destinare a uno o più progetti di ricerca scientifici rivolti alla definizione di nuove metodologie di riabilitazione nei soggetti colpiti da lesione motoria o neuromotoria.