Nel corso degli anni, la Fondazione Hopen ha avuto modo di riscontrare gli importanti benefici che l’attività sportiva ha apportato in ciascun partecipante affetto da disabilità. In particolare:
La disciplina del Karate ha dimostrato di essere quella maggiormente adatta nelle richieste di attenzione al controllo dell’iperattività. Nella pratica di questa disciplina viene, infatti, dato ampio spazio allo sviluppo dell’attenzione e della concentrazione. Il Karate, inoltre, racchiude in sé una serie di elementi fondamentali per lo sviluppo armonico dell’equilibrio posturale e mentale, la capacità di modificare una sequenza di pensiero o comportamento, il migliorare le capacità attentive, l’apprendere il rispetto per l’altro, la comprensione dei ruoli e delle gerarchie.
Per quel che riguarda il risultato sportivo, nel corso promosso dalla Fondazione Hopen, la richiesta viene ritagliata sulle capacità dell’individuo, deve prevedere responsabilità limitate del singolo e farlo, di contro, sentire parte del gruppo.
La Danza, invece, è risultata essere uno “strumento” educativo prezioso per le persone affette da disabilità, non solo perché fondata sul movimento ma anche per essere strettamente legata all’esperienza creativa: caratteristica fondamentale per l’integrazione psico-fisica. Questo tipo di attività, infatti, mette in contatto il soggetto con il proprio corpo e la propria interiorità lavorando sull’introspezione del movimento nella fase di riscaldamento (che consente di sviluppare l’ascolto e la consapevolezza del proprio corpo) e stimolando la comunicazione e relazione con gli altri durante l’esecuzione di appositi esercizi con l’utilizzo di materiali e strumenti finalizzati a sviluppare un lavoro di improvvisazione.