Il progetto propone obiettivi centrati su dati di atteggiamento, su dimensioni del sentire e relazionali, trasferendo questi caratteri al metodo e conservando il carattere concreto della proposta secondo lo schema di lavoro della Cooperativa. Nelle attività progettuali uno psicologo esterno segue e monitora i processi di inclusione dei soggetti fragili coinvolti; un socio si occupa delle attività più tecniche in ambito agricolo e ricopre il ruolo di tutor tecnico dei soggetti fragili; un socio lavora come tutor nella manutenzione del verde. Infine, un esperto si occupa della promozione delle attività e dei prodotti agricoli raccogliendo materiale audio e video per la costruzione di una memoria e di una banca dati. Ognuno dei soci e dei lavoratori ha il suo proprio compito al quale attende con scrupolo e del quale è responsabile; nonostante la conduzione di una riunione settimanale per la condivisione di problemi, soluzioni e strategie, è nell’informalità dell’incontro che si costruisce una visione comune. A pranzo ci si siede tutti insieme ed è un momento conviviale, tutti parlano dei propri impegni senza una scala di importanza, si condividono perplessità e dubbi in modo informale, senza gerarchia. La partecipazione dei beneficiari dei progetti è un grande arricchimento, offre uno sguardo diverso e amplia le possibilità di interazione. Le attività istituzionali della Cooperativa sono costantemente teatro di inserimento sociale di soggetti fragili, realizzate in collaborazione con altre cooperative sociali e enti non profit. L’inserimento socio- lavorativo poggia su due cardini: partecipazione alla vita della Cooperativa e metodo di accompagnamento. Si tratta di mettere in parallelo: un tutoraggio tecnico, riferimento dell’attività pratica e due figure, ad es. un educatore, e uno psicologo, che commisurano il percorso formativo alle attitudini della persona. Tale metodo si rivela prezioso anche per l’abbattimento delle barriere relazionali e cognitive. In questo modo, non c’è un attività di volta in volta assistenziale o formativa, ma un metodo di facilitazione dell’apprendimento che passa dalla relazione. Il presente progetto prevede un’attività di formazione esperienziale inscritta in relazioni conviviali per un gruppo di soggetti con fragilità neuromotoria a livello cognitivo, interessati ad acquisire competenze specifiche nell’agricoltura sociale. Il metodo consente anche di curare l’apprendimento valorizzando la vita del gruppo: se Raccolta diventa una parola legata a un’esperienza diretta e l’atto di raccogliere gli ortaggi diviene un gioco di gruppo, allora la memorizzazione del termine non sarà un fatto tecnico, ma un atto che risponde a bisogni emotivo-relazionali. Tali soluzioni prevedono attività all’aperto sotto la supervisione di operatori adeguatamente formati, nel rispetto delle linee guida per la gestione in sicurezza di opportunità organizzate di socialità.